Secondo le statistiche, ogni donna almeno una volta nella vita dovrà affrontare un’infiammazione vaginale. Nonostante ciò, vagina e vulva, parte terminale dell’apparato genitale femminile, sono spesso poco conosciute, così come le patologie che le affliggono: vaginiti, vulvovaginiti e vaginosi.
Queste infezioni riguardano sia la vagina che la vulva, sulle quali urge una precisazione preliminare: la vagina è quella struttura composta da muscoli e membrane che permette la comunicazione tra l’esterno dell’organismo e il tratto finale del collo uterino. La vulva invece, è definita come l’insieme di tutte le strutture che formano i genitali esterni, estendendosi dalla regione pubica a quella anale.
Durante la vita di una donna, la vagina è continuamente colonizzata da microorganismi che costituiscono la microflora vaginale. Il passaggio da una condizione fisiologica ad una patologica avviene proprio con l’alterazione della microflora endogena, che causa vaginiti, vulvovaginiti e vaginosi.
Vulvovaginite e vaginite, cosa sono?
Le vulvovaginiti e le vaginiti sono il risultato di un affezione che colpisce la vagina e la vulva. In particolare, per vaginite si intende l’infiammazione della vagina che può accompagnarsi ad un coinvolgimento della vulva identificando una condizione più complessa detta vulvovaginite. Le cause responsabili di questa condizione patologica sono molteplici e sono riconducibili a fenomeni di natura infiammatoria di carattere infettivo o non infettivo. Tuttavia, ben il 50% delle donne affette da questa condizione ne riscontrano il carattere infettivo.
I sintomi più comuni della vaginite
Le vaginiti e le vulvovaginiti richiedono un consulto ginecologico, ma sono ben individuabili per via dei loro sintomi, che comprendono:
- irritazione dell’area genitale;
- perdite biancastre;
- infiammazione, che comporta arrossamento e gonfiore delle grandi labbra, piccole labbra e area perineale;
- dolore o disagio durante la minzione, nota come disuria;
- rapporto sessuale doloroso, noto come dispareunia;
- odore sgradevole.
Quali sono le cause più comuni di vulvovaginiti e vaginiti?
Le cause delle vaginiti e delle vulvovaginiti variano in base all’età e a numerosi fattori. L’infezione è la causa più comune di vaginite ed è spesso dovuta a candidosi, vaginosi batterica o tricomoniasi. Meno frequentemente la vaginite può anche essere causata da gonorrea, clamidia, herpes , micoplasma, campylobacter e scarsa igiene. La vaginite e la vulvovaginite possono verificarsi anche in età pediatrica coinvolgendo diversi tipi di batteri.
Vaginiti e vulvovaginiti trasmesse sessualmente
Il rapporto sessuale è uno dei mezzi con cui più frequentemente avviene la trasmissione della vaginite. Gli esperti ritengono che avere un più partner sessuali incrementi la probabilità di vaginosi batterica. In particolare esistono alcune infezioni trasmissibili prettamente per via sessuale, favorite dal pH leggermente alcalino (7,4-7,6) dello sperma, che riduce l’acidità vaginale favorendo l’attecchimento e lo sviluppo degli agenti patogeni.
Gardnerella
La crescita eccessiva dei bacilli di Gardnerella nella flora vaginale è comporta una vaginosi batterica, riducendo i lattobacilli a favore di microrganismi, tra cui la Gardnerella. La via di contagio principale di questo tipo di vaginosi sembra essere proprio l’attività sessuale, ma tra i fattori che incidono sullo sviluppo di questi microrganismi troviamo anche un’igiene intima scorretta (eccessiva o scarsa), l’uso di antibiotici o della spirale. I sintomi di un’infezione da Gardnerella includono dolore durante il rapporto sessuale, bruciore e prurito.
Trichimonas
Le infezioni vaginali da Trichomonas sono nella maggior parte dei casi trasmesse per via sessuale. Il protozoo Trichomonas vaginalis può essere sintomatico già dal suo ingresso in vagina, ma può anche restare asintomaticamente nella vagina o nella cervice per lunghi periodi. I sintomi di un’infezione da Trichimonas includono bruciore, prurito e perdite maleodoranti.
Mycoplasmie
Il batterio Mycoplasma genitalium, diffuso da rapporti sessuali non protetti, causa un’infiammazione delle vie urinarie e genitali sia negli uomini che nelle donne. L’infezione può portare a complicanze come artrite e, nei soggetti femminili, infiammazioni pelviche e infertilità.
Chlamydia
La Clamidia è una malattia infettiva molto conosciuta ed è causata dal batterio Chlamydia trachomatis, trasmissibile tendenzialmente attraverso rapporti sessuali vaginali, orali e anali non protetti. Definita malattia “silenziosa” per via dei sintomi ambigui, la Clamidia può causare perdite vaginali e irritazione nelle donne, mentre negli uomini può manifestarsi con dolore testicolare, prurito, febbre, secrezioni dal pene.
Vulvovaginite da Candida (Candida albicans)
La candidosi vulvovaginale, solitamente causata da C. albicans, presenta alcuni sintomi tipici come prurito, dispareunia, sensazione di indolenzimento vaginale, disuria esterna e perdite vaginali anomale. La candidosi vulvovaginale è un fenomeno diffusissimo, tanto da riguardare il 75% delle donne almeno una volta nella vita, mentre il 40%-45% avrà due o più episodi.
La vulvovaginite causata da Candida può essere classificata come semplice o complicata. Una diagnosi può essere suggerita clinicamente dalla presenza dei classici sintomi, accompagnati da edema vulvare, ragadi, secrezione vaginale spessa e cremosa e escoriazioni. Diventa fondamentale un parere medico per una corretta diagnosi e cura di questo tipo di vaginite.
Vaginite nei bambini
Generalmente prima della pubertà si osserva un interessamento della vulva (vulvite), da cui secondariamente ne deriva un’alterazione a carico della parte terminale della vagina. Le cause di questa maggiore suscettibilità sono da ricercarsi nella conformazione anatomica genitale dei bambini, nella ridotta presenza di lattobacilli e quindi di un ambiente incapace di contrastare adeguatamente le aggressioni batteriche esterne.
Accanto alle cause, è bene saper individuare quali sono i segni e sintomi della vaginite nei bambini. In questo modo, il genitore verrà agevolato nell’identificare il problema e nel contattare il medico di fiducia per un’accurata valutazione del caso. Tra i più significativi ricordiamo la presenza di segni di irritazione, prurito, lesioni da grattamento, rossore, gonfiore, dolore quando la bimba fa la pipì e in presenza di infezione batterica, perdite vaginali.
Cause di patologia in età pediatrica
- Batteri comuni: Enterococchi,E.coli,Streptococco Bemolitico,Stafilicocco Aureo,Klebiselle,Proteus Mirabilis
- Scarsa igiene della regione perianale
- Prodotti chimici irritanti (saponi,detergenti)
- Corpi estranei (carta igenica)
- Parassiti(ossiuri)
- Patologie della cute: eczema, dermatiti,psoriasi
- Trichomonas, N.gonorreha,HPV,Mycoplasma hominis e Ureaplsma devono porre dubbio di abuso sessuale
Vaginite e vulvovaginite in età riproduttiva
In questa fase della vita di una donna, sono presenti numerosi fattori che proteggono l’ambiente vaginale da azioni lesive di agenti microbici potenzialmente dannosi. Tra questi ricordiamo:
- gli estrogeni
- i lattobacilli
- il pH acido vaginale
- il muco presente all’interno della cervice
- un sistema immunitario competente
Cause di patologia nell’età riproduttiva
- Batteri (la maggioranza)
- Candida ( è un fungo)
- Trichomonas (è un protozoo)
- Alterazione del pH ( da acido ad alcalino)
- Ridotta igiene intima
- Malattie dermatologiche
- Allergie/traumi
- Corpi estranei
I sintomi riferiti sono variabili. In alcuni casi hanno un carattere irritativo come ad esempio il bruciore, il calore, il senso di tensione e il prurito. In altri casi viene riferito vivo dolore genitale in particolare durante il rapporto sessuale (dispareunia).
Il medico che condurrà la visita potrà rilevare lesioni di entità più o meno grave e l’eventuale presenza di perdite vaginali, rossore, gonfiore vulvare, fissurazioni, escoriazioni e più raramente ulcerazioni, vescicole e bolle.
Patologia in età postmenopausale
Dopo la menopausa è possibile sviluppare più frequentemente vaginiti. In questa fase la drastica riduzione degli estrogeni si rende responsabile di una riduzione dello spessore della parete vaginale, di un aumento del pH e di un diradamento della popolazione di lattobacilli . Da ciò ne deriva un aumentato rischio di andare incontro ad infezioni ed infiammazioni come la vaginite e la vuvlvovaginite.
Nell’età post menopausale, predominano i sintomi derivanti dall’infiammazione della vagina che nello specifico è nota come vaginite atrofica. La secchezza vaginale, il dolore durante la minzione, l’incapacità di trattenere l’urina, la perdita di secrezioni, il prurito e il dolore dopo un rapporto sessuale sono i sintomi più frequenti.
Cause di patologia nell’età postmenopausale
- Riduzione degli estrogeni;
- Vaginite atrofica;
- Alterazione del pH ( da acido ad alcalino);
- Batteri,Candida, Trichomonas(rare);
- Ridotta igiene intima.
Cos’è una vaginosi?
Il termine vaginosi denota una perturbazione del fisiologico equilibrio dell’ecosistema vaginale. I lattobacilli che rappresentano il 95% della flora vaginale normale, si riducono in favore di una popolazione batterica lesiva. I batteri responsabili sono la Gardnerella vaginalis, spesso accompagnata da perdite bianco-grigiastre e maleodoranti e altri batteri capaci di vivere in un ambiente senza ossigeno(anaerobi).
Ad oggi non c’è un’unica teoria che possa spiegare l’origine di questa condizione. Secondo alcuni, le cause sono da attribuire ad un uso sbagliato delle lavande vaginali, secondo altri si tratterebbe di una MST, cioè di malattia sessualmente trasmessa. Per quanto riguarda i segni infiammatori a livello vaginale e vulvare, sono ridotti o non presenti.
Quali sono i sintomi della vaginosi?
La vaginosi batterica può essere asintomatica, ma tendenzialmente i sintomi più comuni sono perdite vaginali, bruciore e prurito.
Tra le manifestazioni più frequenti della vaginosi troviamo:
- cambiamento nella consistenza e nell’odore delle perdite vaginali
- prurito e bruciore
Meno frequentemente, potrebbero esserci:
- una sensazione di bruciore durante la minzione
- sanguinamento
Tra il 50 e il 75% delle donne con questa infezione non presenta sintomi, ma la patologia va curata in quanto possono insorgere complicazioni.
Fattori di rischio nella contrazione di vaginosi batterica
I fattori di rischio che aumentano la possibilità di contrarre vaginosi batterica includono:
- Avere più partner sessuali;
- Risciacquare la vagina con acqua o un detergente (lavanda), andando ad alterare il naturale equilibrio della vagina;
- Un’eccessiva igiene, infatti, può portare ad una crescita eccessiva di batteri anaerobici e quindi alla vaginosi batterica;
- Mancanza naturale di batteri lattobacilli. I batteri lattobacilli buoni sono fondamentali per il nostro apparato genitale, averne pochi aumenta la probabilità di sviluppare vaginosi batterica.
Diagnosi di vaginosi batterica
Tra gli esami necessari per una corretta diagnosi ricordiamo:
- esame vaginale diretto;
- valutazione della qualità e quantità delle perdite;
- valutazione dell’odore delle perdite;
- identificazione del pH;
- esame al microscopio e identificazione di batteri aderenti ai bordi delle cellule epiteliali “clue cells”.
Come si curano e prevengono la vaginite e la vaginosi batterica?
Per un trattamento di cura efficace delle vaginosi e delle vulvovaginiti è necessario avvalersi dell’aiuto di un opportuna terapia farmacologica e di una serie di norme igieniche e dietetiche.
- Il metronidazolo e la clindamicina sono utili per trattare le vulvovaginiti batteriche e le infezioni da Gardnerella vaginalis;
- In caso di infezioni micotiche è opportuno utilizzare farmaci specifici antimicotici per bocca o localizzati;
- Il prurito può essere contrastato con antistaminici per bocca e corticosteroidi localizzati;
- Eseguire un’adeguata igiene intima;
- Porre adeguata cura durante la pulizia successiva ad ogni evacuazione e minzione. È bene infatti pulirsi sempre dall’avanti all’indietro onde evitare contaminazione batterica dal distretto anale;
- Porre adeguata cura durante la pulizia successiva al rapporto sessuale;
- Utilizzare detergenti intimi che non alterino il pH dell’ecosistema vaginale. Evitare l’utilizzo di detergenti a pH neutro;
- Attenzione all’utilizzo di deodoranti, creme depilatorie, profumi, lavande e salvaslip potenzialmente aggressivi e irritanti;
- Gli indumenti intimi troppo stretti e sintetici possono favorire un aumento della temperatura nella regione genitale e conseguentemente le infezioni.