Ancora una volta, sotto i riflettori è la vitamina D: è o non è un “toccasana” per le donne in post-menopausa?

Secondo la Preventive Services Task Force degli Stati Uniti, non è necessario che calcio e vitamina D siano assunti durante la menopausa, mentre altre teorie affermano esattamente il contrario, sottolineandone l’importanza, al fine di scongiurare la comparsa di fratture.

Nel Regno Unito, invece, il Comitato Scientifico sulla Nutrizione (SACN), ha recentemente suggerito di assumere supplementi di vitamina D a basso dosaggio, soprattutto in autunno e in inverno.

 

Vitamina D: un po’ troppo sopravvalutata?

In un nuovo articolo, pubblicato su BMJ, il dr. Mark J Bolland, presso l’Università di Auckland, in Nuova Zelanda, ha analizzato la letteratura scientifica sull’argomento e ha rilevato che “non vi è alcuna prova consistente che la supplementazione di vitamina D migliori le condizioni muscolo-scheletriche“.

I ricercatori concordano sul fatto che i pazienti ad alto rischio di carenza di vitamina D, coloro che sono costretti a restare in casa e hanno un’esposizione alla luce solare molto limitata, o che hanno gravi sindromi da malassorbimento, dovrebbero ricevere consigli su come integrarla attraverso una dieta sana, senza passare direttamente agli integratori.

Eppure, in un altro articolo, il dr. Louis Levy, in Inghilterra, sostiene che le persone sane comunque dovrebbero prendere supplementi di vitamina D nei mesi invernali, come raccomandato dal SACN, mentre il dr. Tim D. Spector, professore di epidemiologia genetica al King College di Londra, è anch’egli del parere opposto.

Levy ritiene che 10 mg al giorno sia la quantità ideale da assumere per proteggere la salute muscolo-scheletrica, quando l’esposizione alla luce solare è minima.

Secondo il dr. Spector, invece, “abbiamo purtroppo creato un’altra ‘pseudomalattia’ che viene incoraggiata dalle società che producono integratori”.

 

Dove si trova la vitamina D?

 

La vitamina D si trova in:

  • pesce
  • carne rossa
  • fegato
  • tuorlo d’uovo
  • cereali
  • latticini

 

Integratori di vitamina D: possono addirittura indebolire le ossa?

Sembra un paradosso: secondo alcuni studi, potrebbero aumentare i rischi di cadute e fratture a causa di un uso intermittente di alte dosi d’integratori di vitamina D.

Si tratta, però, di indagini non certe, che comunque aprono a numerosi interrogativi.

Staremo a vedere cosa sarà dimostrato in futuro. La cosa certa è che è importante seguire una dieta sana e completa, che può essere consigliata da uno specialista, valutando le condizioni di salute e le reali necessità del paziente. E’  utile, inoltre, stare alla luce del sole almeno 20 minuti al giorno per almeno 3 giorni a settimana per evitare di avere bassi livelli di vitamina D nel sangue e quindi scongiurarne la carenza.

[Fonte]