Tuo figlio appena nato ha un insolito colorito giallo? Potrebbe trattarsi d’ittero, ovvero di un’alterazione dei livelli di bilirubina nel sangue.

Questo disturbo è particolarmente comune e si manifesta a causa dell’incapacità del fegato, ancora poco maturo, di eliminare la sostanza in eccesso.

Cosa fare in questi casi? I trattamenti si basano sulla fototerapia, con l’esposizione del piccolo a radiazioni luminose che riproducono artificialmente i raggi ultravioletti, in grado di smaltire la bilirubina.

Ma ci sono delle novità: vediamole insieme.

 

La luce solare filtrata per la cura dell’ittero

In Nigeria, si è dato il via a uno studio randomizzato, per la valutazione degli effetti della luce solare filtrata. I risultati lasciano ben sperare: questa, infatti, potrebbe essere un’alternativa accettabile alla fototerapia, con un minor dispendio di risorse energetiche.

I vantaggi attuali della luce solare filtrata includono la sua disponibilità in luoghi remoti, la fornitura di un trattamento valido e, quando è utilizzato un grande baldacchino, la maggiore possibilità di mantenere il legame materno-infantile, anche durante le sedute”.

Un’ottima soluzione, dunque, per la cura della pelle, per la serenità dei piccoli e per poterli allattare, senza problemi, quando hanno fame durante l’esposizione ai raggi solari. A sostenerlo, la dr.ssa Tina Slusher, del Dipartimento di Pediatria presso l’Università del Minnesota.

 

Cosa aspettarsi dalla fototerapia naturale

Durante il test, le madri e i loro piccoli, insieme, hanno potuto trascorre del tempo sotto una sorta di baldacchino esterno, in grado di filtrare quasi tutti i raggi ultravioletti.

Sono stati necessari due diversi filtri, a seconda delle ore: Air Blue 80 in condizioni di nuvolosità, e Gila Titanium, in condizioni di sole.

I neonati del gruppo di controllo hanno utilizzato apparecchiature fototerapiche localmente adattate, che hanno fornito 8-10 μW per centimetro quadrato per irradiazione nanometrica.

Il costo della costruzione oscilla tra i 120 dollari e i 44 dollari e può ospitare sino a 8 madri con figli.

 

Qualche attenzione particolare?

La risposta è sì: per prevenire il surriscaldamento dei neonati nel gruppo, i piccoli partecipanti sono stati avvolti in asciugamani umidi, controllando anche che la temperatura non superasse mai i 38° C. Fortunatamente, non c’è stato alcun caso di disidratazione o febbre alta.

Le linee guida esistenti per la gestione dell’iperbilirubinemia neonatale non suggeriscono – e alcuni esplicitamente scoraggiano – l’uso della luce solare per il trattamento dell’iperbilirubinemia neonatale“, scrivono gli autori, a causa delle preoccupazioni relative all’esposizione ultravioletta e infrarossa, all’ipertermia e alle scottature.

Questi risultati così positivi dicono però il contrario. Staremo a vedere quali saranno i futuri risvolti terapeutici.

 

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