Che cos’è il prolasso pelvico? In medicina si utilizza questo termine per indicare la discesa verso il basso di uno degli organi presenti nell’area pelviperineale ovvero: della vescica, dell’uretra, dell’intestino tenue, del retto, dell’utero o della vagina.

Il prolasso può dunque interessare la vescica e si parla di cistocele; il retto ovvero rettocele e l’utero ovvero isterocele o prolasso uterino. Livelli di gravità e combinazioni variano però da paziente a paziente. In generale si parla di prolasso di primo grado quando l’organo prolassato, pur spostato verso il basso, è ancora all’interno del canale vaginale. Nel secondo grado, invece, l’organo prolassato affiora alla rima vulvare e nel terzo grado sporge al di fuori di essa. Nel quarto grado, quello più grave, l’organo si trova totalmente al di fuori.

Come mai vi è una discesa verso il basso? L’origine del problema è da far risalire all’indebolimento o alla lesione dei legamenti, del tessuto connettivo e dei muscoli che li trattengono.

Quali potrebbero essere le cause del Prolasso Pelvico?

Fra quelle possibili vi sono: l’età, le gravidanze, l’obesità o l’eccessiva magrezza, gli sforzi intensi e ripetuti o la presenza di determinate malattie come la bronchite cronica.
Chi viene colpito da questo disturbo? In Italia a presentare il prolasso pelvico sono quasi la metà delle donne con età superiore ai 50 anni. Gli uomini, però, non sono esenti da tale patologia. È bene dunque approfondire l’argomento per comprendere in presenza di quali sintomi sia necessario recarsi dal proprio medico di fiducia e quali cure o rimedi si potranno adottare.

I sintomi del prolasso pelvico

Cosa può avvertire il paziente durante il prolasso pelvico? Quali sono i campanelli d’allarme a cui fare attenzione? I sintomi sono molti e vari e spesso si presentano tutti insieme. È tuttavia molto difficile che i pazienti possano avvertire qualcosa per i prolassi dell’utero di 1° grado perché non vi sono segni evidenti della patologia.

La comunità medica concorda del precisare come un elevato numero di pazienti abbia presentato sin da subito una sensazione di ingombro in vagina o di un peso a livello del perineo. Tali sintomi compaiono soprattutto quando la donna si trova in piedi ed è intenta a far sforzi mentre scompaiono se si rilassa e distende.

Altri campanelli d’allarme potrebbero essere costituiti dalla presenza di dolore durante i rapporti sessuali o dalla difficoltà a urinare o a evacuare.

Fra gli altri sintomi vi sono:

  • la perdita di urina;
  • la ritenzione urinaria e conseguente infezione alla vescica;
  • la sensazione di un movimento delle viscere quando ci si siede;
  • il sanguinamento e una aumentata secrezione vaginale.

Le cause

Come abbiamo sottolineato a cedere è la rete di muscoli, legamenti e tessuti che solitamente hanno il compito di sostenere gli organi pelvici. I muscoli si indeboliscono oppure i legamenti o i tessuti si rilassano o vengono danneggiati, come conseguenza di un insieme di fattori diversi. Quali?

  1. Il parto, soprattutto se naturale. Il rischio aumenta infatti ad ogni parto.
  2. L’obesità.
  3. Lesione durante particolari interventi come l’isterectomia o altre procedure chirurgiche.
  4. Invecchiamento ed incapacità nel contrastare la forza di gravità. In generale con l’età il fisico si indebolisce e a perdere resistenza e forza sono anche le strutture interne.

Non è consigliabile fare spesso cose che possano aumentare la pressione nell’addome, come sforzarsi durante l’evacuazione o sollevare oggetti pesanti a lungo.
Fra i fattori meno comuni che possono essere evidenziati come cause del prolasso pelvico vi sono, invece: l’accumulo di liquido nell’addome, disturbi dei nervi, tumori e disturbi del tessuto connettivo.
Non sono da escludere, infine, difetti congeniti.

La diagnosi e gli esami clinici

In presenza dei sintomi sopra indicati è sempre bene contattare il proprio medico di base ed effettuare insieme a lui alcuni accertamenti.

La diagnosi del prolasso pelvico avviene infatti nel corso di una visita proctologica. Per prima cosa lo specialista deve effettuare una accurata anamnesi delle funzioni intestinali e urinarie.

Alla paziente può essere chiesto dunque di rimanere in posizione eretta con un piede appoggiato su uno sgabello e di tossire. Sotto sforzo, infatti, il dottore riesce ad accertare nel migliore dei modi le varie problematiche presenti. L’esplorazione viene poi effettuata inserendo contemporaneamente un dito nella vagina e uno nel retto per determinare la gravità del rettocele o dell’enterocele. A volte lo specialista si avvale anche dello speculum.

Successivamente si eseguono specifiche indagini diagnostiche. Fra di esse vi sono: lo studio radiologico degli organi pelvici attraverso la perineografia, il rapporto e la posizione degli organi pelvici attraverso l’esecuzione di ecografia specifiche.

Le possibili cure per il prolasso pelvico

Dopo aver raccolto gli esiti di tutti gli accertamenti clinici eseguiti ed aver stabilito la gravità del prolasso, il medico elenca alla propria paziente le possibili cure. Gli interventi sono mirati per migliorare la qualità della vita di ciascun paziente a seconda dei sintomi presentati e delle proprie patologie.

Le cure più frequenti sono: l’osservazione, gli esercizi per il pavimento pelvico, un pessario o l’intervento chirurgico.
Un prolasso di lieve entità può essere curato attraverso la riabilitazione del pavimento pelvico. I casi più gravi, invece, richiedono interventi di tipo chirurgico. Vi sono oggigiorno tecniche poco invasive che aiutano la paziente come l’Organ Prolapse Suspension, ovvero un intervento eseguito in laparoscopia che consente di correggere in un’unica seduta i prolassi di utero e vescica senza che sia necessaria la rimozione dell’utero.

Non vi è solo questo tipo di intervento chirurgico. Sono i professionisti a scegliere come intervenire sul paziente a seconda dei sintomi presentati e della gravità degli stessi.

Si ricorre ad esempio alla chirurgia vaginale quando il chirurgo deve intervenire attraverso la vagina anziché l’addome, evitando incisioni esterne. Con la chirurgia addominale, invece, si procede a una o più incisioni nell’addome. Per quest’ultima vi sono diverse tecniche quali:

La laparotomia: si pratica un’incisione di diversi centimetri nell’addome.
La chirurgia laparoscopica: si inserisce una sonda di visualizzazione e strumenti chirurgici attraverso molte piccole incisioni nella parte bassa dell’addome.

L’importanza della prevenzione

Come tutti sanno prevenire è meglio che curare. Sentendo questa frase sembra di dire una ovvietà. Eppure non è così. La prevenzione passa attraverso uno stile di vita sano e pertanto un’alimentazione regolare che ponga al riparo da problemi di stitichezza. Pensando ai vari sintomi di prolasso pelvico è chiaro come sia necessario evitare tutti gli eccessi sia nel prendere peso che nel perderlo. Una eccessiva magrezza o una obesità importante, infatti, contribuiscono a indebolire, a lungo andare, i muscoli della parete e a far sì che questi si rilasciano con l’età.

I medici consigliano di svolgere sempre una moderata attività motoria così come una buona attività riabilitativa pre o post partum. Allenando i muscoli, senza compiere grossi sforzi, si contribuisce a mantenerli forti ed elastici e si contrastano potenziali indebolimenti.

Effettuare infine visite periodiche di normale controllo aiuta sicuramente a intervenire tempestivamente e a scongiurare la presenza di complicazioni.