Quando il cancro al seno colpisce le donne di giovane età, molti sono i timori e le preoccupazioni che sorgono spontanei; tra questi, la possibilità di preservare la fertilità e, dopo la cura, avere dei figli.

Il da farsi è subito chiaro: se da una parte è forte la necessità di combattere il cancro, dall’altra il consiglio da seguire, quando possibile, è quello di congelare gli ovociti prima che il trattamento chemioterapico abbia inizio, incidendo sulla fertilità e compromettendo, quindi, la possibilità di maternità.

Ma uno studio statunitense dà nuove speranze, affermando che il congelamento può avvenire senza bisogno di rimandare la chemio. Vediamo perché.

 

Congelamento degli ovociti e chemioterapia

Un gruppo di ricercatori dell’Università della California di San Francisco ha analizzato lo stato clinico di 89 giovani donne con carcinoma mammario (18-45 anni), tra il 2011 e il 2017.

Sessantasette di queste sono state sottoposte, poco prima della chemioterapia, a un processo di stimolazione ovarica casuale, in modo da portare le ovaie a rilasciare gli ovociti in un arco temporale di due settimane.

In questo modo, le pazienti hanno potuto iniziare prima dell’ovulazione naturale i trattamenti contro il cancro (entro 38 giorni dalla diagnosi, mediamente), preservando così la loro fertilità.

Ciò che questo studio ci dice è che queste donne possono ancora sperare di costruire una famiglia”, ha sostenuto fieramente il dr. Mitchell Rosen, ricercatore sulla salute riproduttiva. “Per ottenere gli ovociti bastano solo due settimane, senza causare alcun ritardo nel trattamento del cancro”.

È bene sottolineare, infatti, che quando la chemioterapia è necessaria subito dopo una diagnosi di cancro al seno, i medici generalmente consigliano di partire entro quattro-sei settimane, per evitare di abbassare la probabilità di sopravvivenza delle donne.

La chemioterapia può causare infertilità, danneggiando le ovaie e innescando un fenomeno di menopausa precoce nelle donne in età fertile.

Ovviamente, il processo di congelamento degli ovociti può essere ripetuto più volte, così come la stimolazione ovarica, a seconda della data di inizio della chemio.

Insomma, i risultati lasciano ben sperare: il sogno della maternità è un diritto per le donne che nessun cancro dovrebbe mai cancellare. Un modo per combattere questo grande male con fiducia e positività.